“Sì può raggiungere un accordo per abbassare il prezzo ora!”. Così, via Twitter, il repubblicano Cummings ha rivolto giovedì scorso un appello al presidente Trump per prendere provvedimenti il prima possibile sul caso Zinbryta, farmaco contro la sclerosi multipla di Biogen. Secondo una ricerca condotta dall’organizzazione no profit Knowledge Ecology International (KEI), il farmaco costerebbe più negli Stati Uniti che in altri Paesi ad alto reddito, nonostante gli USA detengano il brevetto. Secondo KEI, gli USA potrebbero autorizzare la competizione dei biosimilari di Zinbryta, oppure concedere la licenza a un’altra azienda o terminare l’attuale autorizzazione. Il farmaco, che costa 87 mila dollari l’anno, ha avuto l’ok della FDA a maggio scorso, dopo essere stato testato in molti studi finanziati dal National Institute of Health e da altre organizzazioni governative. Un portavoce di Biogen ha dichiarato che l’azienda “è in contatto con Cummings e il suo staff per la richiesta di informazioni su prezzo delle terapie per la sclerosi multipla e che continuerà a cooperare con la richiesta”. Ma il problema dei costi elevati riguarderebbe tutti i medicinali per la sclerosi multipla, con alcuni che sarebbero aumentati di molte volte rispetto al prezzo fissato al momento del lancio. Da parte sua, KEI è da sempre coinvolta nel controllo del prezzo dei farmaci. L’organizzazione ha giocato un ruolo determinante nella definizione del contratto per il vaccino contro Zika di Sanofi, sviluppato insieme all’U. S. Army.
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